Cinema e Serie tv

Tim Burton: il grande “freek” di Hollywood

“E’ bene per un artista ricordarsi sempre di guardare le cose in un modo nuovo, strano.”

Eclettico, stravagante, visionario, eccentrico. Timothy William Burton, maestro della settima arte, è tutto questo e molto altro ancora. Burtoniani all’ascolto e non, buona lettura!

TIM BURTONIl freek  di Hollywood nasce nel 1958 a Burbank, in California. Fin da piccolo manifesta curiosità e interesse per il mondo dell’horror e per le creature mostruose Dracula, Frankenstein e La Mummia, per citarne alcune – approdate sui piccoli schermi degli anni ’60 e ’70 grazie alle serie tv ideate dalla Hammer, celebre casa di produzione cinematografica britannica. E’ lo stesso Tim Burton a dichiarare che, da bambino, spesso preferiva andare a giocare al cimitero perché era attratto dall’atmosfera del luogo. Per via del rapporto conflittuale con i genitori, lascia presto casa trasferendosi dalla nonna. Appassionato di disegno, porta sempre con sé un taccuino tascabile e un kit di acquarelli: in prima liceo, decide di partecipare a un concorso per la realizzazione di un manifesto a tema ecologico e la sua locandina compare per un intero anno sui camion della nettezza urbana locale. A 16 anni, lascia la casa della nonna e va a vivere da solo; appena diplomato, decide di coltivare la passione per il disegno grazie a una borsa di studio messa in palio dalla Walt Disney Productions e studia animazione presso la California Institute of the Arts.

I primi cortometraggi e lo scontro con la Disney

Tim Burton ottiene un primo vero incarico nel settore cinematografico alla Walt Disney, lavorando a Red e Toby nemiciamici (1981). Ma presto si accorge di come il proprio stile sia troppo distante da quel mondo:

“Era una tortura, dovevo disegnare quelle graziose bestioline ammiccanti. Non ci riuscivo”

Puntando i piedi, riesce ad ottenere dalla Disney più spazio d’azione. Così a 24 anni e per la prima volta in veste di regista, dà vita al corto dal titolo Vincent (1982).

Curiosità: al minuto 4.45 del corto appare il prototipo di quello che, più tardi, diventerà Jack Skeletron 😉 

La storia è quella di un bambino che si estrania dalla vita reale fantasticando peripezie dai toni horror; a ben vedere, il dysfunctional kid protagonista dei 5 minuti di pellicola altro non è che un alter ego dello stesso Burton, il quale visse a tratti un’infanzia da outsider per via dei suoi interessi “particolari”. Tanti gli omaggi a Edgar Allan Poe – da sempre mito indiscusso di Burton –e a Vincent Price, attore che interpretò molti riadattamenti cinematografici tratti dai racconti dello scrittore statunitense e che si prestò come voce narrante del corto. La pellicola – interamente realizzata con la tecnica dello stop motion – non suscitò particolare entusiasmo tra lo staff Disney, ma fu apprezzata dalla critica e si aggiudicò tre ambiti premi.

Due anni dopo, nel 1984, la Disney scommette ancora su Burton e gli consente di realizzare un nuovo corto: si tratta di Frankenweenie (dalla fusione di “Frankenstein” e “weenie”, sfigato). Il regista abbandona i modellini mossi in stop motion  e sceglie questa volta attori in carne e ossa (tra il cast anche Shelley Duvall, la celebre Wendy del film Shining). Parodia dei film tratti dal grande romanzo di Mary Shelley, la pellicola  ha per protagonista ancora una volta un bambino, Victor, che decide di “ricostruire” il proprio cagnolino Sparkiee –  morto a causa di un incidente – dando vita a una creatura in gran parte meccanica.

Curiosità: nel 2012 Burton ha fatto del corto un film, non rinunciando al bianco e nero ma tornando alla tecnica dello stop motion già utilizzata per Vincent, al quale Victor assomiglia non poco 😉

Il risultato  suscita questa volta indignazione tra i produttori, che decidono di vietarne la visione ai minori di quattordici anni. Il regista californiano decide così di lasciare una volta per tutte la Disney, non disposto a rinunciare alla propria originalità per adattarsi a canonici estetici imposti dall’alto.

L’approdo a hollywood 

BEETLEJUYCE TIM BURTON
La sceneggiatura iniziale era molto più horror: tanto sangue e un demone alato dalle sembianze rettili.

Frankenweenie non passa inosservato. A notarlo è Paul Reubens, attore di una serie tv per ragazzi in onda a quel tempo – Pee Wee’s Playhouse. Dalla collaborazione tra i due, nasce il primo lungometraggio girato da Burton per la Warner Bros dal titolo Pee-wee’s Big Adventure. Tre anni più tardi, proprio la Warner affida a Tim le riprese di un nuovo film che vede tra un cast di tutto rispetto la giovanissima Winona Ryder e Michael Keaton: Beetlejuice – Spiritello porcello (1988).  E’ la storia di due giovani novelli sposi, da poco divenuti fantasmi a causa di un incidente d’auto. Costretti a infestare la casa dove abitavano, non riescono tuttavia a cacciare dall’abitazione i nuovi inquilini e ricorrono a un esperto del settore, un bio-esorcista truffaldino specializzato, appunto, a esorcizzare gli ambienti dalle anime moleste dei vivi. E’ questo il primo grande personaggio gotico realizzato da Burton e destinato a diventare presto un cult.

batman tim burtonQualche anno dopo, Burton è alle prese con la realizzazione di un kolossal molto più commerciale: all’inizio restio, si presta alla trasposizione cinematografica dei fumetti di Batman (1989) per ottenere prestigio e avere più libertà future nel settore. Con la grande interpretazione di Jack Nicholson e nonostante le difficoltà riscontrate durante le riprese per un’incomprensione di fondo con i produttori della Warner, il film riscuote un grande successo ai botteghini.

Curiosità: a causa dell’indecisione iniziale di Jack Nicholson, il ruolo di Joker fu proposto anche a Robin Williams, il quale firmò un pre-contratto con la Warner. Nicholson, venuto a sapere dell’ipotetico sostituto, accettò la parte. Williams, offeso, rifiutò negli anni a venire diverse collaborazioni con la Warner in attesa di scuse ufficiali.

La Tim Burton productions e l’amicizia con johnny depp

Deciso a liberarsi dalle grinfie delle major  cinematografiche e a dare libero sfogo al suo estro, Tim fonda una propria casa di produzione che consegna ai posteri un altro capolavoro burtoniano, Edward Mani di Forbice (1990). Da questo momento, nasce una felice e duratura collaborazione tra Tim e Johnny Depp, preferito a Tom Cruise per il ruolo di protagonista. Insieme, lavoreranno fianco a fianco a numerosi film tra cui: Ed Wood (1994), Il Mistero di Sleepy Hollow (1999), La fabbrica di cioccolato (2005), Sweeney Todd (2007), Alice in Wonderland (2009) e Dark Shadows (2012).  I due si dicono da sempre anime affini, e Tim avvertì questa sensazione fin dall’inizio: Johnny – che aveva vissuto come lui un’infanzia difficile tra i bordelli in cui la madre lavorava come cameriera, i continui traslochi, il sesso e la droga – era perfetto per il personaggio di Edward, evoluzione di Vincent e dunque ancora una volta alter ego di Tim.

batman returns danny de vitoNel 1992 Burton torna a lavorare con la Warner per un sequel, Batman Returns. Ottenuto ampio spazio di manovra nell’intera produzione, innova i fumetti con personalissime rivisitazioni di Pinguino – interpretato da Danny De Vito – e Catwoman. Le atmosfere cupe e il gusto per il gotico fiabesco marchiano a caldo il film, che tuttavia riscuote  meno successo rispetto al primo episodio della saga.

Curiosità: a seguito delle numerose proteste di genitori sui contenuti troppo adulti del film, McDonald dovette sospenderne la promozione sui suoi Happy Meal.

Il ritorno alla Disney con Nightmare before Christmas (1993)

nightmare before christmas
Curiosità: l’idea del film è nata per caso: un giorno, Burton ha visto togliere dagli espositori la merce a tema Halloween per far posto a quella natalizia. L’unione tra teschi e Babbo Natale ha scatenato la sua immaginazione.

Un anno dopo esce nelle sale americane Nightmare Before Christmas (1993), prodotto in casa Disney rispolverando una vecchia idea proposta da Burton ai tempi delle prime collaborazioni e puntualmente accantonata perché poco in linea con lo stile della multinazionale statunitense. Le riprese vennero affidate a un caro amico di Tim, Henry Selick. La storia è ambientata nel paese di Halloween, di cui Jack Skeletron è il re. Stanco di vivere la festività di Halloween tutto l’anno in compagnia di mostri sempre intenti a “spaventare”, Jack vaga un giorno sconsolato nel bosco. Qui scopre una porta magica che lo catapulta in un mondo pieno di luci, regali e gioia in cui si sta festeggiando il Natale. Il re scheletrico prova a riprodurre nel proprio universo la ricorrenza, incaricando i mostruosi cittadini di rapire Babbo Natale.

L’incontro con Helena Bohnam Carter

helena bohman carter e tim burtonNel 2000, Burton accetta la proposta di collaborazione avanzata da un’altra grande casa di produzione americana, la Fox. Il progetto è quello di realizzare una nuova versione de Il pianeta delle scimmie. Il film esce nelle sale l’anno successivo; sul set, Burton incontra l’attrice scelta per il ruolo della scimmia Ari, Helena Bohnam Carter. Tra i due scatta la scintilla: la loro storia d’amore dura 13 anni ed è coronata dalla nascita di due figli, Billy e Nell. Insieme collaborano inoltre sul set di molte altre pellicole, tra cui Big Fish (2003), La fabbrica di cioccolato (2005), La sposa cadavere (2005), Sweeney Todd (2007), Alice in Wonderland (2010) e Dark Shadows (2012).

La sposa cadavere (2005): consacrazione della fiaba gotic

Tim Burton prende il volo con questa straordinaria pellicola, realizzata interamente con la cara tecnica dello stop motion. Un triangolo amoroso tra il giovane e impacciato Victor, la sua promessa sposa Victoria e una bizzarra Sposa Cadavere, Emily, che il protagonista incontra per caso in un bosco mentre è intento a imparare a memoria il giuramento per la celebrazione delle nozze del matrimonio combinato con Victoria. I doppiatori di Victor e di Emily sono  gli ormai fedelissimi collaboratori del regista, Johnny Depp ed Helena Bohnam Carter. Il lungometraggio d’animazione è una vera e propria celebrazione della fiaba gotic e dello stile bartoniano, tra luci e ombre,  mondo dei vivi e regno dei morti.

Curiosità: la storia si ispira a una leggenda ebreo-russa del XIX secolo secondo cui una donna, uccisa il giorno del suo matrimonio e sepolta con indosso l’abito nuziale, sarebbe tornata dal regno dei morti per trovare uno sposo.

Sweeney Todd (2007): il musical dal leone d’oro

sweeney todd il diabolico barbiere
Curiosità: Benjamin Barker (alias Sweeney Todd) è uno dei più grandi serial killer della letteratura inglese. E’ un barbiere che, dopo aver perso la moglie, sfoga la sua rabbia tagliando la gola di ignari clienti.

Tim torna a collaborare con la Warner      proponendo un’idea che aveva in mente da un     po’. Sweeney Todd, il diabolico barbiere di Fleet Street, è interpretato da un Johnny Depp magistrale (il ruolo gli valse un Oscar come miglior attore e un Golden Globe come miglior attore in un musical o commedia musicale 😉 ). Sul set anche una bellissima e  “goticissima” Helena Bohnam Carter nei panni di Mrs. Lovett, padrona di un negozio specializzato in pasticci di carne. Tantissimo sangue, attori di un certo calibro (Alan Rickman e Timothy Spall, alias Piton e Codaliscia in Harry Potter) e buona musica valgono al film un Oscar per la scenografia e a Tim un bel Leone d’Oro alla carriera!

In un certo senso per me raccontare una storia è sempre una sorta di viaggio spirituale, dove però rimani te stesso, cresci, impari qualcosa e passi al livello successivo. È questo quello che conta per me. E io lo applico al cinema, come nella vita personale.“

Quel che Tim Burton ci riserva per il futuro possiamo solo ipotizzarlo: si vocifera di un sequel di Beetlejuice, per cui sia Winona Ryder che Michael Keaton avrebbero datò disponibilità.

Il 29 marzo 2019 sarà invece proiettato nelle sale un remake live-action del film Dumbo, targato Disney…chissà che non ci attenda qualche sorpresa in barba a Walt 😉


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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Chiara Maraviglia

Un commento

  • inchiostronoir

    Tim Burton è un vero genio e mi piacciono quasi tutti i suoi film: il primo “Batman” e “Beetlejuice” sono stati i film della mia infanzia! Beh, conoscevo “Beetlejuice” soprattutto grazie alla serie animata degli anni ’90 (non so se è stata programmata in Italia).
    Avevo scoperto per caso “Vincent” e il primo “Frankenwinnie” nei bonus del DVD di “The nightmare before Christmas”.
    Sarà quindi Burton che farà il remake di “Dumbo”? se è così, ne vedremmo delle belle: non oso immaginare come interpreterà la scena in cui l’elefantino è ubriaco… e non so cosa pensare del sequel di Beet… non, non o dico una terza volta, non si sa mai…

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