le origini dell'albero di Natale
Storia

Le origini dell’albero di Natale

Passato l’8 dicembre siamo ufficialmente tutti in attesa del Natale. Proprio nel giorno dell’Immacolata Concezione si è soliti seguire una delle tradizioni più diffuse al mondo: addobbare l’albero di Natale (anche se io ammetto di essere una di quelle miscredenti che lo ha fatto prima… :D).

Palline colorate, luci, festoni e chi più ne ha più ne metta sono gli svariati modi utilizzati per realizzare l’albero perfetto. Si crea così in casa, in ambienti chiusi o all’aperto quella tipica atmosfera che accompagna lo spirito natalizio in attesa dell’effettiva celebrazione del Natale.

Ma quali sono le origini dell’albero di Natale?

L’albero come simbolo della vita

Anche prima del Cristianesimo, in moltissime culture l’albero è sempre stato il simbolo della vita.

Partiamo dal Nord Europa.

Nella zona abitata dai Celti, i druidi – i sacerdoti di questa popolazione – erano affascinati dai grandi abeti che anche durante l’inverno non perdevano mai le foglie. Per questo motivo avevano iniziato a considerarli come emblema della lunga vita. Presero allora l’abitudine di ornarli, proprio decorandoli, durante la festa del solstizio d’inverno, a ridosso del 25 dicembre.

In particolare i popoli vichinghi, abituati a lunghe notti, credevano nel potere magico dell’abete rosso come capace fare ritornare il sole. Dunque lo addobbavano con vari frutti, a simboleggiare il ritorno della fertilità durante la primavera.

L’abitudine di decorare gli alberi arrivò fino a Roma i cui abitanti durante le calende di Gennaio addobbavano le proprie case con rami di pino.

Ma fin dall’epoca egizia e successivamente in quella greca, l’abete era assunto come simbolo della nascita e della rinascita.
Era in uso infatti in Egitto e in Siria il culto del Sol invictus: i sacerdoti a mezzanotte annunciavano la nascita del sole, raffigurato come un bambino, e il simbolo delle celebrazioni legate a questo culto era un abete.

Il Sol Invictus si trova in alto a sinistra. Al centro è rappresentato Mirra.

In Grecia l’abete venne consacrato alla dea Artemide, protettrice delle nascite, e, anche in questo caso, considerato dunque simbolo della vita.

L’albero di Natale dopo l’avvento del Cristianesimo

Anche il Cristianesimo recuperò la simbologia legata all’albero e lo ripropose, secondo alcune fonti, come simbolo che rappresenta oltre che la vita anche il perdono.

L’episodio dell’Eden infatti racconta l’origine del peccato universale, avvenuto proprio perché Eva colse dall’albero il frutto proibito. Ma nella celebrazione della nascita di Gesù questo albero diventa il luogo presso il quale il genere umano trova il perdono.

Nel Medioevo poi divenne usuale celebrare la ricorrenza dell’Adam und Eva Spiele (giochi di Adamo ed Eva). Così la notte del 24 dicembre dentro le Chiese e nelle piazze si allestivano alberi da frutta per ricreare l’atmosfera del Paradiso Terrestre e rappresentare il mistero della vita.

Inizialmente però sembra che la religione cristiana avesse adottato come simbolo di vita non l’abete, ma l’agrifoglio, simbolicamente ispirato alla corona di spine di Cristo. Successivamente, nel Medioevo, la Chiesa avrebbe poi assunto l’abete come simbolo, adeguandosi quindi alla tradizione Nord europea.

L’albero di Natale: la tradizione fino ai nostri giorni

Ma quando sarebbe nata la vera e propria usanza di addobbare gli alberi di Natale così come la conosciamo noi?

Si ritiene averne la più antica testimonianza nel 1441 a Tallin, in Estonia. Nella piazza del Municipio infatti venne allestito il primo albero di Natale addobbato con luci e decorazioni, con lo scopo di fare ballare attorno a sé uomini e donne per trovare la propria metà.
Ma anche Riga, la capitale della Lettonia, rivendica nella sua città il primo luogo in cui apparve l’albero di Natale. In essa è presente una targa scritta in otto lingue, sulla quale si indica che il primo “albero di capodanno” fu addobbato proprio qui nel 1510.

La tradizione allora passò in Germania, dove le cronache del tempo raccontano come gli alberi venissero decorati con mele, noci, datteri e fiori di carta. In particolare, nella zona della Renania nel 1500 si iniziò a illuminare i rami degli abeti con le candele.

Goethe e la diffusione dell’albero di Natale

Wolfgang von Goethe, famoso scrittore tedesco, fu uno dei principali promotori della diffusione dell’albero di Natale in Germania. Si tramanda infatti che grazie a lui questa tradizione s’impose a Weimar. Inoltre, nel suo capolavoro I dolori del giovane Werther l’autore dà una descrizione molto dettagliata dell’albero di Natale per la prima volta nella storia della letteratura.

L’albero di Natale: dalla Francia fino in Italia

Nel 1840 in Francia la principessa Elena di Germania, dopo essere andata in sposa al duca di Orleans, fece allestire un albero di Natale alle Tuileries di Parigi, una novità che destò l’ammirazione della corte.

Le fonti poi affermano che nel 1841 il principe tedesco Alberto di Sassonia volle portare la propria tradizione in Inghilterra, facendone dono alla moglie, la regina Vittoria. Così ben presto l’albero di Natale si diffuse anche in tutto il Regno Unito.

Verso la metà dell’Ottocento finalmente anche l’Italia vide l’apparsa dell’albero di Natale. La regina Margherita fu la prima che lo fece addobbare presso il Quirinale, ma, per una diffusione più massiccia, bisognò attendere il secondo dopoguerra. Da questo periodo in poi infatti l’albero di Natale nel nostro Paese divenne una vera e propria moda, alimentando sempre di più il commercio non solo dell’albero di Natale ma anche di tutti gli addobbi connessi a esso e alla festività del Natale.


E voi come avete addobbato il vostro albero quest’anno? 🙂

Al prossimo articolo!

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