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Frankenstein, la scienza e la follia. Uomini e mostri tra scienza e mito

Massimo Centini studia il capolavoro di Mary Shelley, Frankenstein, inteso come una ricca “officina antropologica” che consente di esplorarlo sotto molteplici punti di vista. Il saggio offre una parabola artistica completa dalle origini manoscritte alle produzioni cinematografiche, con uno scavo sulle figure del creatore, il dottor Victor Frankenstein, e della sua Creatura in continuo scontro tra vita e morte, tra solitudine e desiderio di inclusione, tra amore e vendetta.

Per gli appassionati del genere gotico è di sicuro interesse per la descrizione dei retroscena che hanno condotto alla genesi di questo grande classico della letteratura mondiale.

Emerge la stretta correlazione tra la vita tormentata della scrittrice, costellata di perdite, e le pagine del suo romanzo, costellate di solitudine, morte e distruzione.Frankenstein, pubblicato nel 1818, è quindi figlio della mente di una donna che ha certamente sofferto ma, soprattutto, di una donna moderna, perché attenta al panorama scientifico e culturale passato e presente, con un occhio al futuro. Panorama passato perché Mary ha interiorizzato le letture mitiche, incentrate sulla forza creatrice che vuole vincere la morte, prima tra tutte quella di Prometeo: infatti, non è per niente casuale il sottotitolo del suo romanzo Frankenstein, o il moderno Prometeo. Panorama presente perché ha appreso le letture scientifiche di Darwin, ma in particolare di Luigi Galvani che espone i suoi esperimenti di rianimazione di cadaveri attraverso la corrente elettrica.

I filoni che attraversano l’opera sono quindi molteplici: scientifici, fantascientifici, horror, gotici, mitici. La complessità è tale, quindi, “da non rendere immediata la definizione del suo genere di appartenenza” sostiene Centini. Una complessità che ha da sempre affascinato il panorama culturale attraverso l’intenzione di riprodurre le vicende prima sul palco, già in contemporanea alla scrittrice, e poi su pellicola.

Consapevoli del fatto che trasporre un’opera in una dimensione diversa da quella letteraria comporta degli adattamenti, talvolta, sostiene lo studioso, si sono verificati anche degli stravolgimenti. Infatti, il cinema ha contribuito a rendere immortale il romanzo, facendolo conoscere anche a chi non l’ha mai letto, ma con una conoscenza ovviamente non completa e a volte distorta rispetto alla storia originale. Basti pensare all’immaginario comune della Creatura, le cui fattezze spesso si discostano da quelle autentiche: “faccia squadrata, cicatrici devastanti, bulloni che sporgono dal collo, deambulazione ridotta”.

Il saggio di Centini, dunque, consente di leggere con occhi nuovi Frankenstein e di raggiungere una maggiore consapevolezza, alla luce delle scoperte e delle novità che emergono dalla sua innovativa analisi corredata di immagini.

Riferimento bibliografico: Massimo Centini, Frankenstein, la scienza e la follia. Uomini e mostri tra scienza e mito , Torino, Edizioni Yume, 2018. Prezzo: 15€.


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©RIPRODUZIONE RISERVATA

Erika Dumas

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