Letteratura,  Pittura

Dante e Beatrice, l’incontro tra arte e letteratura

Quando si sente parlare di Dante e Beatrice viene subito in mente la Divina Commedia. Si ricorda la storia di un amore che ha travolto la vita di quello che noi consideriamo il padre della lingua italiana.

In realtà, è proprio nella Vita Nova che emerge davvero la centralità di un sentimento incommensurabile. In questo libro dell’Io, scritto tra il 1292 e il 1294 circa, Beatrice si manifesta con delle vere e proprie epifanie che sconvolgono il poeta, a partire dai primi due indimenticabili incontri.

Il primo incontro

Nel secondo capitolo della Vita Nova, Dante racconta di aver incontrato l’amata quando entrambi avevano nove anni:

La giovane, vestita di rosso, colpisce il poeta. La sua immagine, da questo momento in poi, rimane fissa e l’amore mette delle salde radici.

Il secondo incontro

Nel capitolo successivo, ed esattamente nove anni dopo, si verifica il secondo e più intenso incontro tra i due. Dante vede Beatrice in compagnia di due donne più grandi di lei, vestita con un abito bianchissimo. L’intensità è rappresentata dal saluto che la giovane gli rivolge e che suscita trepidazione e sospiro.

Non sappiamo molto del suo aspetto fisico, perché il poeta ci descrive solo l’abbigliamento e il suo modo di agire. È proprio nell’atto di salutare che lei rivela la sua nobiltà spirituale, la sua bellezza interiore che vale di più di quella esteriore. L’arte ha colto questo momento per restituircelo in varie sfumature.

Dante Gabriel Rossetti, Saluto di Beatrice, 1859-1863.

Tra i fondatori della corrente dei Preraffaeliti, Dante Gabriel Rossetti rappresenta l’incontro in due momenti, come da lui stesso descritto in una lettera. Nel dipinto di sinistra è raffigurato il secondo ritrovo, alla presenza di Amore vestito in oro e che tiene tra le mani una meridiana indicante la data e l’ora della morte di Beatrice. Nel dipinto di destra si delinea invece l’imbattersi dei due in Paradiso, come descritto nella Divina Commedia. Il pittore era un grande estimatore della Vita Nuova: oltre a dedicarle dei quadri, si occupò della sua traduzione in inglese.

Raffaele Giannetti, Dante e Beatrice nel giardino di Boboli, 1877

Raffaele Giannetti, nato a Imperia nel 1837, ebbe inizialmente una formazione da autodidatta. Le sue doti colpirono due benestanti locali che gli consentirono di studiare in numerose accademie, nazionali e internazionali, e di viaggiare per il mondo. Le sue opere celebrano soprattutto eventi storici e biblici ed è proprio degli anni ’70 dell’Ottocento che il pittore si dedicò alla rievocazione letteraria, frutto di una forte passione patriottica. Da questo interesse nacque un dipinto che rappresenta uno dei momenti più forti della Vita Nova, ma in un’epoca successiva come si evince dall’ambientazione: infatti, il giardino dei Boboli fu realizzato a partire dal XVI secolo dai Medici.

Lorenzo Vallés, L’incontro di Dante e Beatrice, 1889

Lorenzo Vallés, nato a Madrid nel 1831, studiò presso l’Accademia di Belle Arti del suo paese manifestando una propensione per opere di carattere religioso e storico. Nel 1853 si trasferì a Roma, dove entrò a far parte dell’Atelier di un esponente dell’arte romana di questo periodo, Johann Friedrich Overbeck. Grande amante della letteratura italiana, influenzò i suoi artisti. Da qui l’ispirazione di Vallés che dipinse l’incontro tra Dante e Beatrice. Gli elementi che lo connotano ci sono tutti, la presenza delle due donne e l’abito bianco della giovane, ma a differenza della storia si può notare che più che un saluto, sembra che sia rappresentato un dialogo, quindi un momento più esteso.

Raffaello Sorbi, Dante incontra Beatrice, versione del 1897 e del 1903

Dante incontra Beatrice, versione del 1897

Raffaello Sorbi, nato nel 1844, si formò presso l’Accademia di Belle Arti della sua Firenze, manifestando fin da subito una predilezione per i soggetti della tradizione fiorentina e dantesca. La particolarità della sua opera è data dalla reinterpretazione in chiave contemporanea, mettendo più in ombra la fedeltà filologica.

Rappresentò Dante e Beatrice in due dipinti, distanti tra loro di pochi anni, immergendo i personaggi principali nella folla, senza staccarli dal contesto quotidiano nel quale sono collocati. In entrambi i casi, l’incontro è lo stesso: il poeta, nella sua inconfondibile toga rossa, è leggermente chinato in segno di riverenza e Beatrice, bionda e vestita di un insolito rosa, volge lo sguardo nella sua direzione.

Dante incontra Beatrice, versione del 1903

Grazie per aver letto l’articolo. Se vuoi rimanere ancora un po’ nel Trecento, ti consiglio di leggere un aneddoto riguardante Giovanni Boccaccio.

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