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Dante e la tartaruga

Ma se ti capitasse la possibilità di rapinare una banca o di mettere a segno un colpo, una cosa qualsiasi, tu cosa faresti?

Dante e la tartaruga, romanzo di esordio di Vincenzo Spinelli, si affaccia al panorama letterario contemporaneo senza timore, mettendo in scena l’incontro perfetto tra grottesco, umorismo e ironia.

La storia ha come protagonista Dante Chitano che, nel mezzo del cammin della sua vita, decide di architettare un piano per poter finalmente essere risarcito in seguito a tutte le pene che ha vissuto.

Dante vive con Elena, la sua dolce e comprensiva compagna, conducendo insieme a lei un’esistenza precaria ed economicamente frustrante. Lui è senza lavoro e passa le giornate tra la speranza di scrivere il romanzo che gli permetterà di affermarsi finalmente come scrittore riconosciuto e l’assunzione di un mix di alcol e droghe.

Elena, l’unica che provvede al sostentamento della coppia, è costretta a lavorare come collaboratrice domestica presso l’anziana e crudele signora Scalpini. La ricca signora tratta senza riguardo la povera ragazza, motivo per il quale Dante vuole convincere la sua compagna a sbarazzarsi della vecchia, dopo aver manomesso il testamento di quest’ultima.

In questo modo, pensa Dante, potranno ricevere una cospicua eredità per trasferirsi a Parigi e realizzare il loro sogno: rilevare la prestigiosa libreria Shakespeare and Company.

Un viaggio nella mente del protagonista

La trama del romanzo altro non è che un espediente per condurre il lettore in un viaggio all’interno della mente di Dante, che risulta essere il protagonista assoluto della vicenda.

Attraverso un linguaggio ironico e molto spinto, l’autore afferra la lente della realtà e, memore della tradizione artistica e letteraria moderna, la deforma, per portare alla luce una storia assolutamente vera.

Dante appare come l’escluso della società, lo scapestrato scrittore che aggredisce la vita perdendosi nell’oblio del surreale.

Ma il protagonista non è ascrivibile al personaggio inetto che la letteratura modernista ci ha abituato a incontrare. Dante disprezza la società in cui vive, il qualunquismo che domina le menti mediocri e la maschera di perbenismo che nasconde la cruda vita, ma non si rifugia in una sfera intimistica e nell’autocompatimento, non vuole nemmeno scardinare la società per renderla migliore.

Dante è un protagonista attivo, pieno di sfaccettature: è l’intellettuale ribelle, l’uomo individualista a cui poco importa di ciò che pensa la gente, l’esteta che vede nell’arte e nella letteratura (più in generale, nella cultura) l’unica via d’uscita per realizzare il progetto di una vita ricca e appagante.

Non prova però solo questi sentimenti autoreferenziali. È infatti anche capace di mostrare un amore sincero per Elena ed un affetto incondizionato nei confronti di chi gli sta a cuore.

È insomma un uomo che rincorre i suoi sogni, trasformatisi ormai in un ideale da difendere a tutti i costi, dopo aver capito quanto gli sia costato rimanere per troppo tempo rintanato nel proprio guscio.

L’umorismo come chiave di lettura

Difficilmente il lettore trattiene una risata davanti alle pittoresche scene che l’autore talvolta descrive. Vediamo spesso infatti il protagonista dialogare con grandi nomi del passato: Mark Twain, Spartaco, Dostoevskij, Poe, Céline, Einstein, Kafka, Pirandello, Socrate, le cui foto sono presenti in ogni angolo della casa.

Tutti questi grandi personaggi lo incoraggiano ad attuare il suo piano.

Mi volto e vedo Socrate che, completamente nudo e con tono di rimprovero mi fa: “Cosa vuoi che sia un semplice e innocente assassinio di una vecchia sola, ricca e malvagia davanti alla terrificante e infinita stupidità umana?”

Senza poi tralasciare le divertenti discussioni con Elena che si inquieta a incontrare costantemente lo sguardo di persone ormai defunte.

La moglie di Lev Tolstoj bussa a una porta immaginaria per poter parlare con il marito

Tuttavia, tutto il romanzo può essere interpretato attraverso una chiave di lettura umoristica. La vicenda in sé è lo spunto per condurre una riflessione: se da una parte la grottesca storia può suscitare sdegno e riprovazione o, al contrario, riso e divertimento, ad un’attenta lettura l’obiettivo risulta quello di intravedere una realtà ben più drammatica rispetto a quella che appare in facciata.

Il sentimento del contrario, di pirandelliana memoria, si esplica quindi nel constatare l’amara condizione di chi oggi nel nostro contesto storico vive non accontentandosi della mediocrità, dell’apparenza illusoriamente felice trasmessa dai media e non assoggettandosi al volere di “mamma economia” per correre alla ricerca del materialismo.

La bellezza autentica, il coltivare lo spirito e la necessità di nutrire costantemente anche, e soprattutto, la mente, sembrano essere ormai valori di serie b.

La conseguenza presente nel romanzo, naturalmente estrema e riprovevole, è quella di uccidere chi vive la propria esistenza continuando a perpetrare soprusi e angherie senza mai riconoscere il valore intrinseco dell’individuo.

La morte della signora Scalpini allora si potrebbe metaforicamente leggere come un atto folle e disperato, necessario per affermare la vittoria dello spirito e della cultura sul pressapochismo mediocre.

Ma riuscirà il nostro protagonista a raggiungere e a superare la tartaruga che lo precede da tutta la vita?

Caratterizzazione dei personaggi e ambientazioni

Dante risulta essere un personaggio perfettamente caratterizzato ma solo attraverso il suo punto di vista possiamo conoscere anche Elena, una giovane donna che appare buona, fragile e in balìa delle emozioni.

La psiche e il desiderio di riscatto del protagonista permeano tutto il romanzo, che tralascia quindi, in alcune occasioni, altri elementi narrativi come la descrizione dei luoghi e lo sviluppo delle storyline dei personaggi secondari.

Si tratta, in ogni caso, di un romanzo assolutamente godibile, sebbene purtroppo breve, che presenta tutte le potenzialità per auspicare a notevoli lavori successivi di più ampio respiro.

Lingua e stile

Dante e la tartaruga è sicuramente un libro adatto a chi non è facilmente impressionabile e a chiunque abbia voglia di leggere qualcosa di impattante, crudo e provocatorio.

Lo stile è chiaro e scorrevole, formalmente ipotattico, caratteristica, questa, che ben si adatta a raccontare la mente di Dante.

Il linguaggio è immediato, sconcio, quotidiano, ma non per questo poco curato o ricercato.

L’autore nel suo primo romanzo dimostra, in definitiva, una grande capacità di scrittura e una vasta cultura letteraria che gli consente di trattare con credibilità diverse tematiche.


Ringraziamo l’autore Vincenzo Spinelli per averci donato la copia cartacea del suo romanzo e vi consigliamo di andare a conoscerlo attraverso i suoi profili Instagram e Facebook 🙂


Riferimenti bibliografici: Vincenzo Spinelli, Dante e la tartaruga, Il seme bianco, Roma, 2019, pp. 125. Euro 12,90.


Trovate altri consigli di lettura nella nostra sezione dedicata 🙂

Vi aspettiamo al prossimo articolo e sulle nostre pagine Facebook e Instagram in cui potete trovare tante curiosità letterarie, storiche, artistiche e quiz a tema. 😉

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