• Letteratura

    Il Decameron di Boccaccio e il Trionfo della Morte

    1348. A Firenze impazza la peste nera. Tre ragazzi e sette ragazze decidono di fuggire e di trascorrere un breve periodo in campagna, lontano dal degrado dilagante. In loro non c’è solo la volontà di preservare la salute, ma anche quella di custodire l’importanza della moralità. Il Decameron di Boccaccio, nella sua genialità,  è stato spesso definito un “trattato sull’essere umano”, perché è di vita che si parla, in tutte le sue sfaccettature, anche le più crude. E se ne parla nelle novelle, grazie alle quali l’opera è ricordata, ma soprattutto nella cosiddetta cornice. Disordine e disumanità in città La voce narrante, testimone oculare dell’epidemia, racconta  senza remore le conseguenze…

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    Letteratura

    Questione di pazienza: la storia della scoperta dell’autografo del Decameron

    Immaginate di fare una scoperta eccezionale, così eccezionale che potrebbe comportare importanti cambiamenti nel panorama culturale internazionale: avreste la pazienza di aspettare più di vent’anni per poterlo gridare al mondo? Ma soprattutto come reagireste se nessuno vi credesse? Questa è proprio la storia che vi voglio raccontare, quella di un giovane e brillante studioso che dovette armarsi di tanta pazienza e determinazione prima di essere creduto agli occhi del mondo. L’inaspettata scoperta di Alberto Chiari Alberto Chiari era un giovane di ventitré anni, brillante allievo di uno dei più importanti filologi della storia, Michele Barbi. Nell’ambito di studi importanti sul testo del Decameron, capolavoro di Giovanni Boccaccio, il maestro lo…