Letteratura

Alcune regole per scrivere meglio

È il momento della consegna dei temi corretti: può capitare che qualcuno di noi si senta dire dall’insegnante: “Il contenuto è buono, ma la forma lascia a desiderare!”. E così, anche se si hanno delle ottime idee, il voto del proprio compito viene penalizzato per una poca attenzione alla sintassi.
Attraverso questo articolo, vogliamo darvi alcune semplici regole di scrittura da seguire per la riuscita di un testo che sia chiaro, scorrevole e corretto.

Illustrazione di Elisabetta Chiomento

 9 regole da non dimenticare per scrivere bene

1. Non mettere mai la virgola tra soggetto verbo e complemento: ad esempio la frase “Marco, ha mangiato la pasta” è sbagliata!

2. Usa i connettivi, così il tuo testo sarà coeso: “Perché”, “Poiché”, “Talvolta”, “Tuttavia”, “Nonostante”, “Infatti”, “Invece”, ecc.

3. Evita di usare le parentesi: molto spesso interrompono il filo del discorso e chi legge è portato a prestare loro poca attenzione.

4. Non scrivere abbreviazioni: meglio scrivere la parola intera, per dare una maggiore chiarezza. Per esempio: “pagina” e non “pag.”.

5. Utilizza correttamente i due punti. Se vuoi introdurre un elenco di oggetti, i due punti vanno messi dopo il complemento oggetto. “La mamma è andata al mercato e ha comprato la verdura: spinaci, insalata e broccoli”. È sbagliato scrivere “La mamma è andata al mercato e ha comprato: spinaci, insalata e broccoli”.
I due punti possono essere usati anche per dare una spiegazione, una dimostrazione: “Apri la finestra: guarda, sta piovendo”, o come apposizione della frase precedente: “La prima guerra mondiale iniziò nel 1914: l’Italia però vi partecipò a partire dall’anno successivo”.

6. Evita di costruire frasi ricche di subordinate, o, al contrario, troppo brevi. Meglio, nel primo caso, spezzare la frase, mentre, nel secondo, usare congiunzioni “e”, “ma” ecc.

7. Ricorda che il congiuntivo è il modo dell’incertezza, del dubbio e, anche se ormai nella nostra lingua sta scomparendo, è bene in ogni caso ricordarsi del suo utilizzo, e impiegarlo nel modo corretto. “Se lo sapevo ti chiamavo” è una forma che molto spesso si usa nel parlato, ma ricordati che quella corretta è “Se lo avessi saputo, ti avrei chiamato”. Del resto, chi non ha mai sentito dire che dopo il “se” ci va il “si”? 🙂

8. Attenzione all’uso della forma “Piuttosto che”. Molto spesso, soprattutto nel parlato, viene usata come sinonimo di “o”, “oppure”, nel significato di un’alternativa che è sullo stesso piano: “Se vai in quel negozio puoi trovare scarpe, piuttosto che vestiti”, cioè “Se vai in quel negozio puoi trovare sia scarpe che vestiti”.
“Piuttosto che” invece ha valore avversativo e comparativo – per intenderci, può essere sostituito ad esempio con “anziché”, “invece di”. Quindi se diciamo “Se vai in quel negozio puoi trovare scarpe piuttosto che vestiti”, il significato sarà “Se vai il quel negozio puoi trovare scarpe e non vestiti”.
L’uso corretto allora del “Piuttosto che” sarà in frasi come “Piuttosto che stare a casa, preferisco uscire”, cioè “Anziché stare a casa, preferisco uscire”.

9. Evita l’uso del CHE polivalente: “Preparati che è tardi”, “Il giorno che ti ho visto avevo la febbre”. Meglio “Preparati, perché è tardi” e “Il giorno in cui ti ho visto avevo la febbre”, per dare la sfumatura causale e temporale alla frase.
Attenzione! Questo non vuol dire non usare mai il che: è bene usarlo come pronome relativo (“Ho visto Marco che tornava a casa”), nelle frasi subordinate soggettive (“È chiaro che stai mentendo”), oggettive (“Marco mi ha detto che stavi male”) e dichiarative (“Era sicuro che Marco fosse a casa”).

Sperando che questo articolo vi possa essere utile, auguriamo a tutti dei 10 nei prossimi compiti! 😉
Se avete altri suggerimenti, potete indicarceli commentando l’articolo.

©Riproduzione riservata

2 commenti

  • cotação raca

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