
Jane Eyre: dal libro al film
Jane Eyre di Charlotte Brontë è un grande classico della letteratura inglese della metà del XIX secolo. Rappresenta, per me, uno dei libri più emozionanti che abbia mai letto ed è per questo che lo considero il mio preferito.
Conoscevo la storia perché l’avevo studiata al liceo, durante le lezioni di letteratura inglese: giusto un accenno sull’opera più famosa della scrittrice, che comunque era bastato ad accendere un piccolo barlume di curiosità. Spento per alcuni anni, il barlume si è poi riacceso qualche anno fa grazie alla visione di uno dei suoi adattamenti cinematografici che mi ha colpito così tanto da spingermi a leggerne l’edizione integrale. Quindi, forse, anche voi conoscete la storia a grandi linee, pur non avendo letto il romanzo: nel dubbio non svelerò il finale, ma spero di invogliarvi a farvi catturare pienamente sia dal libro sia dal film.
IL ROMANZO
Il romanzo, raccontato in prima persona da Jane Eyre, ha uno sviluppo lineare che inizia dall’infanzia tormentata: rimasta orfana di genitori in tenera età, è affidata alle cure dello zio materno e di sua moglie. Alla morte del marito, la donna promette di prendersi cura della nipote e di trattarla come una figlia, ma non terrà fede al giuramento. La protagonista, che ha una personalità forte e tenace, non viene compresa, ma è trattata con crudeltà e disprezzo. Considerata un peso insostenibile, viene mandata in un collegio di carità a Loowood. Qui, nonostante la povertà e le privazioni, decide di dedicarsi con impegno agli studi, sviluppando sempre di più il suo carattere deciso, fondato su saldi e incorruttibili valori, e riuscendo a diventare da una semplice allieva a un’esperta insegnante.
Raggiunta la maggiore età, decide di partire per cercare di ottenere la tanto agognata indipendenza. Trova lavoro presso una grande tenuta a Thornfield Hall, dove si occupa di istruire ed educare Adèle, la giovanissima pupilla del padrone della tenuta, il signor Edward Fairfax Rochester. Il soggiorno si rivela essere sereno e tranquillo, ma dentro di sé, anima indomabile e appassionata, Jane aspira sempre a qualcosa di più, a delle novità che non tarderanno ad arrivare. Infatti ritorna a casa, da uno dei suoi lunghi viaggi, il signor Rochester che si presenta come un uomo scontroso e irascibile, cinico e lunatico. Col suo atteggiamento sarcastico mette continuamente alla prova la giovane istitutrice, ma ben presto si rende conto, con sua grande sorpresa, che dietro a quella ragazza silenziosa si celano un’insolita acutezza e una spiccata intelligenza, e ne rimane affascinato.
Dopo varie peripezie, i due personaggi riescono a comprendersi profondamente, ad andare al di là delle apparenze e si innamorano: Edward chiede la mano a Jane, la quale, dopo vari tentennamenti e atroci dubbi, accetta di buon cuore. Arriva il giorno tanto atteso, ma la cerimonia viene interrotta da un uomo che rivela un incredibile impedimento: il signor Rochester è già sposato. Si scopre che la moglie, Bertha Mason, ha sempre vissuto nella magione, ma rinchiusa nella soffitta perché pazza ed estremamente pericolosa.
Disperato, l’uomo chiede perdono a Jane e le promette di amarla e rispettarla per sempre, pur non potendo sposarla legalmente. Sconvolta, lei sa di non poter cedere perché ciò comporterebbe la perdita di tutti i suoi valori e del rispetto di se stessa e, così, fugge verso l’ignoto. Senza aiuto né denaro, rischia di morire di fame ma viene salvata da un reverendo, St. John Rivers, e dalle sue due sorelle che la curano e l’accolgono. Trova una vera famiglia perché, all’improvviso, i suoi salvatori si rivelano essere nient’altro che dei lontani cugini.
I fatti, però, si complicano quando il cugino le chiede di sposarlo non per amore, ma per essere la sua compagna in una missione da lui programmata in India. Come agirà Jane? E il Signor Rochester che cosa avrà fatto nell’arco della sua assenza?
JANE, UNA DONNA MODERNA
Jane Eyre: “Io non sono un uccello e nessuna rete mi intrappola: sono un essere umano libero con una volontà indipendente.”
È una donna forte, perché gli ostacoli che incontra non la fermano, ma la spingono a reagire e a non abbattersi. È una donna indipendente, perché il suo obiettivo è quello di essere autonoma, libera. La sua mente non subisce influenze esterne, è salda. Jane sogna di poter viaggiare, ma sente i limiti che la società contemporanea impone alle donne. Così dipinge e divora libri per evadere dalla realtà costellata di dolori. Il Signor Rochester ne rimane colpito, proprio perché è diversa dalle donne dell’alta società che è abituato a frequentare.
Jane narratrice, di conseguenza, decide di instaurare un forte legame con il suo lettore: da un lato ha cura di informarlo di ogni singolo dettaglio, dall’altro lato, invece, lo tiene sulle spine creando alti livelli di suspense.
IL FILM
Di Jane Eyre esistono molti adattamenti cinematografici. Il mio preferito è quello del 2011, opera del regista Cary Fukunaga, il quale, secondo me, è riuscito a cogliere la vera essenza del romanzo, rimanendo estremamente fedele alla trama. In un’intervista ha affermato: «Sono un accanito sostenitore dell’autenticità: ho fatto del mio meglio per fare in modo che sia dettagliato».
La fedeltà, però, non esclude l’originalità. Il film, infatti, non inizia linearmente dall’infanzia, ma si apre con Jane in fuga, persa e impaurita, prima di essere accolta e salvata dal reverendo: da qui parte un lungo flashback che racconta le peripezie che l’ hanno condotta a casa dei cugini.
A differenza di tutte le altre pellicole, poi, Fukunaga ha messo in primo piano gli aspetti fortemente gotici del romanzo, risaltati da un uso sapiente di luci e ombre. Infine l’attenta analisi dei sentimenti, oltre ad emergere dagli occhi dei due bravissimi attori protagonisti, affiora grazie all’incredibile colonna sonora che accompagna le scene e che è stata appositamente composta da Dario Marianelli.
Grazie per aver letto l’articolo! Hai mai letto Jane Eyre o visto uno dei suoi riadattamenti cinematografici? Faccelo sapere con un commento e, se hai piacere, dicci anche qual è il tuo libro preferito dal quale è stato tratto un film.
Clicca qui per leggere un altro articolo della nostra rubrica Dal libro al film! 😉
A presto,
© RIPRODUZIONE RISERVATA


22 commenti
amleta
Ci sono persone che si fanno influenzare dalla vista di questi film in costume e li evitano vome la pesye adducendo la scusa chesiano storie troppo antiche per i palati moderni. Ovviamente non capiscono la profondità psicologica di certi personaggi e la bravura di chi li ha descritti in modo così magistrale.
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