Letteratura

Stephen, il King dell’horror

La gente pensa che io sia una persona strana. Non è vero. Ho il il cuore di un ragazzino. Si trova in un vaso di vetro, sulla mia scrivania.

Re indiscusso della letteratura horror, autore di spicco del romanzo gotico moderno, un visionario. Due parole per definire il lavoro di una delle firme più note del ventunesimo secolo? Prolifico ed eclettico!

Con oltre 500.000 milioni di copie vendute, il maestro del brivido ha scalato innumerevoli volte le classifiche best seller di tutto il mondo e vanta a oggi la pubblicazione di più di 60 romanzi e 400 racconti. Alla veneranda età di 72 anni, Stephen King non accenna a fermarsi. Dopo l’uscita nelle librerie de “L’istituto” lo scorso settembre, cresce l’attesa per il suo prossimo lavoro che sarà disponibile a maggio 2020, “If It Bleeds.

Durante il corso della propria carriera, l’autore ha dimostrato di essere estremamente versatile: i migliori romanzi di Stephen, infatti, non appartengono forse al genere horror. Come dimenticare “IT”, “Shining” e “Pet Sementary”, certo, ma che dire de “Il miglio verde” e “22/11/’63” (per citare due libri vivamente consigliati dalla sottoscritta)? Tutt’altro genere!

Non solo horror insomma, chi ama il King lo sa. Per tutti gli altri, curiosi o scettici, un tuffo nella personalità complessa dell’autore, oltre il successo, tra le ombre, le ossessioni, le paure e le passioni di Stephen King.

Buona lettura 🙂

I traumi dell’infanzia

Stephen Edwin King nasce a Portland, nel Maine, il 21 settembre 1947. La famiglia King è di umili origini. Il padre, irlandese, modifica il nome da David Spanksy a Donald Edwin King e, reduce dal servizio militare prestato come capitano della Marina Mercantile durante la Seconda Guerra Mondiale, abbandona un passato d’onore e glorie per ritrovarsi comune impiegato della multinazionale Electrolux. La madre, Nellie Ruth Pillsbury , è una casalinga che coltiva il sogno di una famiglia felice. Finita la guerra, dunque, i coniugi King adottano il piccolo David Victor, fratello maggiore di Stephen e grande punto di riferimento per il futuro autore che, già in tenera età, è costretto ad affrontare profondi traumi che forgiano il suo carattere.

L’abbandono da parte del padre

Un giorno il padre di Stephen, due anni, e David, quattro anni, saluta la famiglia ed esce per una passeggiata. Non farà mai ritorno a casa, torchiato e spezzato nell’animo da problemi coniugali, finanziari e personali . Questo evento, e ciò che ne deriva, segna profondamente la vita dello scrittore che, più tardi, tratterà e declinerà il tema del rapporto padre-figlio (pensate a “It”, “Cujo”, “Christine. La macchina infernale” e “Shining”) senza trascurare la sfera dell’infanzia.

“Non giocate vicino alle rotaie”

Qualche anno più tardi, Stephen esce a giocare con un amichetto nei pressi di una ferrovia. Nellie Ruth vede tornare a casa il figlio in stato confusionale. Si scopre che l’amico del suo bambino è caduto sulle rotaie ed è stato travolto da un treno. Stephen, molto piccolo, dichiara di non ricordare cosa sia successo esattamente, pur avendo assistito con ogni probabilità alla tragica scena.

La valigia sempre pronta

In seguito alla scomparsa di Donald, la famiglia King inizia a spostarsi da un luogo all’altro. Nelly Ruth, giovane mamma single, cerca di assicurare ai figli una buona educazione e, spesso fuori casa, s’impegna in diversi lavori. Da stiratrice a lavoratrice notturna in una panetteria, poi commessa e donna delle pulizie, trova comunque il tempo di iniziare i piccoli King alla musica e alla letteratura.

Il gene dello scrittore, la passione per l’horror

Stephen non saprà mai che fine ha fatto il padre ma eredita precocemente da quest’ultimo l’amore per i libri e l’interesse per il genere horror-fantascientifico.

Il primo racconto a 7 anni

In prima elementare si ammala gravemente e, alle prese con medici esperti, passa nove mesi di scuola a casa, da solo.

A 7 anni così, per combattere la noia, scrive il suo primo racconto fantasy: quattro amici dalle sembianze animali girano in macchina guidati da un enorme coniglio bianco per aiutare bambini in difficoltà. King nutre anche un profondo interesse per i fumetti e decide di copiarli arricchendoli di descrizioni personali frutto della propria immaginazione.

A 8 anni guarda il primo film horror-fantascientifico sugli alieni, “La terra contro i dischi volanti”, che lo affascina e insieme lo terrorizza.

A 10 anni scopre in soffitta i libri del padre: Poe, Lovecraft e Mathneson sono tra gli autori che preferisce, ma da questo momento in poi divora con gli occhi tutto ciò che passa tra le sue mani.

A 13 anni invia un racconto alla rivista fantascientifica Spaceman senza però vederlo mai pubblicato. Viene intanto punito a scuola per aver venduto ai compagni una personale trasposizione del film tratto dal racconto “Il pozzo e il pendolo” di Edgar Allan Poe. Deve restituire i soldi guadagnati.

Un giornalista mancato?

A Stephen piace scrivere e il suo obiettivo è avere un pubblico. Oltre a produrre decine di racconti, inizia così a sperimentare il giornalismo scrivendo per la pubblicazione a stampa indipendente del fratello David Victor, una tiratura limitata distribuita a vicini di casa e coetanei.

Al liceo diventa direttore del giornale scolastico ma è presto punito per averlo trasformato in uno strumento di satira diretta al corpo insegnante. Al termine della sospensione, viene contattato da un settimanale sportivo per il quale inizia a lavorare apprendendo così le tecniche di buona scrittura.

Una scommessa vinta

King segue i suoi interessi e decide di studiare all’università letteratura inglese continuando a guadagnare come giornalista e tentando di pubblicare i suoi racconti.

Tra i 16 e i 22 anni ha già scritto quattro romanzi senza riuscire, però, a editarli: si vede così costretto a ripiegare su diversi lavori per tirare avanti, come la madre gli ha insegnato. Da benzinaio a spazzino, da bibliotecario a inserviente in una lavanderia industriale, ottiene infine un posto come insegnante e si sposa con l’attuale compagna Tabitha Jane Spruce, poetessa e fotografa. La donna sprona il compagno a non abbandonare il proprio sogno, anche quando Stephen inizia ad affogare nell’alcool i problemi economici e la frustrazione montante dovuta a vedere il proprio nome pubblicato solo su riviste maschili di poco conto.

Tabitha è pronta a scommettere in particolare su un lavoro già edito passato in sordina. Si tratta di “Carrie. Lo sguardo di Satana”: il romanzo viene ristampato in versione economica e raggiunge questa volta il milione di copie vendute. Il risultato porta “Carrie” sul grande schermo. È l’inizio della scalata al successo.

I problemi con alcool e droghe

Proprio in questo periodo di affermazione e fortuna Nelly Ruth, madre di Stephen, muore di cancro. La lunga malattia della donna ha contribuito a spingere King sempre più verso l’abuso di alcool e cocaina: quando familiari e amici assistono attoniti all’elogio funebre per la madre pronunciato da uno Stephen irriconoscibile, ubriaco fradicio, intervengono. Il processo di disintossicazione dura un anno.

L’incidente d’auto

Nel 1999 Stephen sembra essersi ripreso da un periodo molto buio della sua vita. Ispirato, torna a un vecchio progetto accantonato, un saggio dal titolo “On Writing: autobiografia di un mestiere”. Un pomeriggio, esce per intraprendere l‘abituale passeggiata di 6 km quando Bryan Smith, un quarantaduenne con dozzine di precedenti, investe l’autore sul ciglio della strada. Risultato? Un polmone perforato, gamba destra fratturata in almeno nove punti, tra cui ginocchio e anca, colonna vertebrale lesa in otto punti, quattro costole spezzate e lacerazione del cuoio capelluto. Si grida al miracolo per la scampata morte. King, però, non è più lo stesso: dopo sette operazioni, non riesce più a lavorare con la stessa disciplina, quattro ore ogni mattina, per scrivere 2500 parole al giorno.

Nel 2002 è sul punto di abbandonare la penna. Ancora una volta, è la moglie Tabitha a sostenerlo e a far sì che il beneamato autore superi l’ennesima crisi.

Un’anima Rock!

Stephen King ha molti interessi oltre la scrittura. Tra i più curiosi, la musica. L’autore è infatti membro di una band, i “Rock Bottom Remainders”, gruppo rock che ha la particolarità d’esser composto da famosi autori di libri e scrittori di quotidiani e riviste. Il nome è ironico e prende spunto dal termine “libri remainders” con il quale, in editoria, si indicano lavori dei quali le copie rimaste invendute vengono svendute a prezzi ridotti. Qui sotto, un assaggio del King alla voce e alla chitarra, scatenato sul palco 😉

Un divo del piccolo e grande schermo

Stephen ha un’altra grande passione, i cameo! Lo scrittore vanta un cospicuo numero di adattamenti cinematografici e televisivi ed è noto per le apparizioni in prima persona non solo nelle pellicole che riguardano i propri lavori 😉

King colleziona infatti “comparsate” in ogni dove, ne “I Simpson”, per esempio, o in “Sons of Anarchy”, serie televisiva in cui nell’episodio “Home” veste i panni di un motociclista, Bachman, omaggio allo psesudonimo Richard Bachman usato per un certo periodo di tempo come sfida personale. L’autore ideò vita e personalità collegate allo pseudonimo per sorreggere anche una falsa foto di Bachman pubblicata sulla quarta di copertina del romanzo “L’occhio del male”. A smascherare King, fu un comune impiegato di una libreria che riconobbe tra le righe il ben più noto autore 😉

Ecco l’ultimo cameo di Stephen in “It:capitolo 2“: nella scena veste i panni di un negoziante.

Le paure

Anche il King dell’horror ha le sue fobie! La cosa curiosa è che l’autore usa le parole e le sue storie per esorcizzarle. Un esempio? Stephen ha paura dei ragni…ma pensate alle vere sembianze di It! 😉

La tecnologia è forse il mostro più spaventoso che si cela tra le opere del dell’artista. Stephen teme in particolare la dipendenza che ne può derivare e il modo in cui l’uomo, un giorno, possa esserne completamente assoggettato. Il grave incidente ha reso necessario il passaggio all’uso del pc, certo, e oggi l’autore tiene il passo con i tempi scrivendo testi appositamente pensati per la lettura digitale in formato Kindle o per il suo sito internet personale. Ma in “Cell”, per esempio, tutti gli esseri umani che hanno un telefono cellulare impazziscono improvvisamente per via di un segnale sconosciuto. Ne “L’ombra dello scorpione” e in “La nebbia”, ancora, esperimenti tecnologici da parte del Governo sono la scintilla da cui parte una sanguinosa apocalisse. Si potrebbe andare avanti all’infinito!

King, poi, è triscaidecafobico. Ha paura del numero 13 e pertanto sale in una volta sola gli ultimi due gradini delle proprie scale di servizio per riportare a 12 il numero dei gradini. Quando è dietro alla scrivania, non interrompe mai il lavoro se l’ultima pagina è un multiplo di 13. La stessa cosa avviene quando legge.

L’eredità

Una delle più celebri location inventate dallo scrittore è la città di Derry. A ispirarla, la celebre casa di Stephen King nel Maine, villa Bangor. Negli ultimi anni l’edificio è caduto in disuso per via nei numerosi fan che si accalcavano ogni giorno al cancello, ma da qualche tempo gira voce che la palazzina diventerà un vero proprio museo no-profit visitabile su prenotazione e contenente uno speciale archivio. Inoltre, la casa ospiterà scrittori in ritiro a gruppi di 5 in modo tale che possano alloggiarvi gratuitamente e trarre ispirazione dagli ambienti per la stesura dei propri lavori.

Lunga vita al King!


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