
Donne ribelli: tra storia e leggenda
A cavallo tra storia e leggenda, si racconta di donne ribelli che per inseguire i propri ideali e i propri sogni sono state disposte a porsi contro la società dell’epoca, a volte a ragione e a volte a torto. Oggi ve ne proponiamo alcune con curiosità insolite.
La contessa Dracula
Erzseberth Bàthory era la nipote del principe di Transilvania, poi re di Polonia Stefano I, e nacque nel Cinquecento. Con l’aiuto di serve fidate, uccise più di 600 ragazze dopo averle sottoposte ad atroci torture. La contessa non tollerava l’idea di poter invecchiare e pensava che fare il bagno nel sangue di giovani potesse evitare o tardare la disgrazia.

Le sventurate erano di forte costituzione, spesso contadine, e venivano assunte come domestiche. Erzsebeth assisteva alla tortura dei corpi facendo sortilegi con uno specchio, ma più spesso vestiva i panni della carnefice. Fu però scoperta e poi condannata a passare il resto della propria vita murata nel suo castello. Le sue complici furono invece sottoposte a torture simili a quelle inflitte e, infine, furono bruciate.
Le geishe greche

Anche la Grecia ebbe le sue geishe: le etère erano donne colte, eleganti, molto raffinate e le uniche ad Atene che potevano avere una vita fuori dalle mura domestiche. Spesso di origini umili, scalavano la società stringendo amicizie con uomini facoltosi, disposti a pagare molto per averle. Accompagnavano questi uomini in cerimonie pubbliche, sapevano discorrere di filosofia e di musica e spesso creavano attorno a loro dei veri e propri salotti.
Aspasia di Mileto, amante di Socrate, fu una di loro: fece innamorare di sé anche Pericle, illustre politico ateniese, che per la donna lasciò la moglie. Dai due nacque un figlio: Pericle lo iscrisse nei registri civili andando contro a una legge da lui stesso istituita e in base alla quale un bambino poteva essere riconosciuto come cittadino di Atene solamente se lo erano entrambi i genitori.
Le guerriere senza seno

Le Amazzoni sono per antonomasia un popolo di donne guerriere che vissero in Scizia, o in un’area imprecisata tra le montagne caucasiche, e che migrarono poi sulle coste dell’Anatolia. Il loro nome significa “senza seno“: la mitografia attesta infatti che fossero solite mutilarsi la mammella destra per poter tendere meglio l’arco.
La prima pittrice ammessa in un’Accademia

Nei libri di storia dell’arte è difficile trovare delle pittrici: è infatti evidente che ci sia una forte predominanza maschile. Tra le poche spicca Artemisia Gentileschi, la prima pittrice italiana a essere ammessa in un’Accademia dopo aver affrontato insormontabili difficoltà. Per scoprire la sua storia vi consigliamo l’articolo a lei dedicato sul nostro Blog!
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17 commenti
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